sabato 15 novembre 2008

Oriana Fallaci Treatment.

Sono contenta di essere stata smentita riguardo al post precedente. La gente si accorge di quello che succede, alla fin fine. 

E, come era facile immaginare, in realtà non percepisce la  dimensione della crisi per due motivi. 

Prima: effetto rana bollita. 
In Italia ci stanno cuocendo a fuoco più o meno lento da talmente tanto tempo che ormai l'atteggiamento generico è un mix di "Tarallucci & Vino\indignazione a breve durata\menefreghismo\qualunquismo\incazzatura-ictus\alzata di spalle". Effetti prevedibili e previsti di quel colpo di stato strisciante oramai trasformatosi in status quo conclamato.
Che poi. Colpo di stato. L'Italia, gli italiani, sono mai stati meglio di così? Sicuramente sì, ma mai la maggioranza e mai abbastanza a lungo da cambiare la nostra identità. Berlusconi che viene trattato all'estero come il cugino scemo che bisogna tollerare non è una novità, non è un pezzo di storia. E' il nostro simbolo perenne. Dell'italiano trafficone, che magna, beve e ride. Simpatico compagnone di cui però non ci si può fidare. Stereotipi. Certo. Ma non siamo l'America. Non siamo l'Inghilterra. Non siamo un sacco di altri paesi a cui però apparentemente ci ispiriamo. Paesi con vergogne agghiaccianti nel loro passato e nel loro presente. Paesi però in evoluzione. Evoluzione lenta e faticosa. Con grandi passi indietro e raccapriccianti sbagli. Ma sempre evoluzione è. 
L'Italia non si evolve mai. Arranca dietro agli altri tentando di tenere il passo a colpi di furberie,bassezze e simpatia, tentando di "arrangiarsi". Questa è la nostra storia. Da quando questo paese è stato cucito insieme non ci si è mai staccati dal localismo, dal familismo. Per questo lo stato è "nemico" sia per la destra sia per la sinistra. La patria un concetto estraneo, talvolta imposto a colpi di manganello, più spesso rifiutato o molto poco sentito. Hanno fatto l'Italia ma gli italiani sono ancora tutti da fare.

Secondo: anche a leggere i giornali la crisi in Italia sembra lontana. Si parla di recessione tecnica, certo. Ma recessione tecnica è un termine astratto, burocratico. Lontano. Quando invece si dovrebbe sottolineare che tante aziende, anche in Italia, stanno licenziando a colpi di clava. 
Vivendo a Londra ed essendo più a contatto con un altro tipo di mentalità (melodramma anglosassone) pensavo che la stagnazione italiana avesse attutito il colpo che in altri paesi ha colpito con piena violenza. Invece no. Scuola a parte, con tutta la gente che è scesa in piazza difficile da sminuire e nascondere (ma da quello che so i telegiornali ne hanno parlato "a modo loro"), un sacco di aziende al Nord stanno chiudendo e\o ricalibrando la propria forza lavoro. Cioè, in soldoni, la gente resta in strada.

Dunque non sono io. Non sono io che non riesco a scrivere nulla di decente perché risucchiata dal lavoro che per fortuna ancora ho. Non sono io che se dovessi scrivere quello che ho in testa assomiglierei troppo al blog di Beppe Grillo e al suo stile sinistroso apocalittico alla MichealMoore/Naomi Klein. Non sono io che mi sento improvvisamente adulta seria e NOIOSA.
Non sono io. 

E' l'Italia.  

E quella scema di Carla Bruni non ha mica tutti i torti, in fondo.

Ah, che qualcuno si delurki, please. Già mi sento abbastanza Oriana Fallaci. Non vorrei  rincoglionirmi completamente in solitudine e  ritrovarmi a rischiare la vita appendendo la bandiera italiana fuori dalla finestra durante una delle tormente inglesi.

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